Si intitola “La colpa” questo terzo capitolo personale di Lisa Brunetti in arte Helle. Unanime la critica che descrive questo percorso come un volo che ha planato dalle estetiche futuristiche digitali fin dentro il suono acustico, dentro le trame di una canzone d’autore che alla parola chiede quasi tutto il carico di forma e di messaggio. E da produttrice quale è, Helle comunque non tralascia il suono che qui, tantissimo, ha il compito di condurre, coccolare, colorare e supportare. Un romanzo breve da ascoltare, diviso in 9 canzoni nuove, inedite, di un amore sano verso se stessi da emancipare e liberare dalle colpe e dai suoi sensi tossici.
Spesso ti troviamo nella produzione di altri… e li l’elettronica sembra non mancare un appuntamento vero?
Grazie per averlo notato. Adoro lavorare con altri artisti, cantautori o musicisti. L’arte, in realtà, non conosce solitudine.
Che tempo è per Helle? Tempo di resoconti o tempo di rivoluzioni?
Helle è al termine di un suo percorso creativo, sta per cominciarne un altro. Di sicuro non rinuncerò mai al folk, ma prevedo, in futuro, un po’ di sperimentazione, o se non quella, un cambiamento di qualche tipo. Ho già scritto e musicato il prossimo disco, devo solo produrlo: rientrerà ancora nello stesso genere dei primi due. Per rispondere alla tua domanda, credo che Helle ora si trovi in un tempo di resoconti.
Ha senso chiederti se e in che modo Bologna e la sua scena cantautorale ha inciso sulla scrittura o sulle scelte di produzione?
Ha inciso parecchio. Sono stata “cresciuta” dai musicisti che giravano in Fonoprint, anni fa, e mi sento senza dubbio figlia di una certa scuola. Adesso vivo a Milano e ho l’opportunità di lavorare con persone meravigliose, ma non smetto di ricordarmi da dove provengo, e spesso lo faccio con tanta malinconia – credo sia normale. Per anni ho avuto modo di collaborare con artisti connessi principalmente con Lucio Dalla: mi hanno segnata profondamente.
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