“Harness The Sun” rappresenta il terzo album per i liguri No Man Eyes, un concept fantascientifico che vede la band impegnata nell’offrire un progressive power metal che tocca da vicino l’operato di band come Symphony X, Nevermore, Sanctuary, ma anche qualcosa del techno thrash di band come Megadeth o Annihilator. Quindi grande spazio al lavoro di chitarra di Andrew I.
Spane, ma anche anche alla fantasia del batterista Tony Anzaldi, per un risultato molto compatto e che in più occasioni crea un muro sonoro impenetrabile. Questo risultato è dato anche grazie ad un feeling opprimente che si respira in tutto l’album, da accordature di chitarra sapientemente ribassate e tracce come “Craving Tomorrow”, “Isaac” o “Harness the Sun” sono mazzate difficili da dimenticare, però inserite in un contesto melodico che valorizza anche la vocalità di Fabio Carmotti.
In tutto questo c’è grande tecnica e un attento dosaggio dei vari elementi. Questo è un album pensato e ragionato nei minimi dettagli, quasi maniacale, come dimostra anche una produzione praticamente perfetta (e aggiungiamo, un artwork bellissimo!).
Quindi non abbiate timore se ancora non conoscete questa band. Se amate il power-progressive thrash metal non potrete non trovare almeno qualche elemento di vostro interesse in questo album, quindi non indugiate e comprate, sia se conoscete questa band o meno.
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